«Mia figlia sbatteva contro qualsiasi ostacolo o inciampava in continuazione. Se le cadeva qualcosa di mano, non lo trovava più. Il sole, poi, l’accecava e lei si copriva sempre gli occhi con le mani», racconta Frimina Mselle, giovane mamma sola di 21 anni che ha perso il posto come donna delle pulizie perché costretta a seguire la bimba. Le due dormono in un letto in una piccola capanna che condividono con cinque lontani parenti nel quartiere povero di Arusha, nel nord della Tanzania.
Nonostante vedesse poco, Cathleen si avventurava per le vie del quartiere per giocare con gli altri bambini. «Ogni volta che usciva ero terrorizzata. Se la sentivo piangere, pensavo subito che le fosse capitato qualcosa di grave», racconta la giovane. «La mia anima è ricoperta di cicatrici per tutti questi spaventi.»
Quando le hanno raccontato che nella vicina città di Moshi i bambini di famiglie povere sono curati gratuitamente, Frimina si è fatta speranzosa. Subito si è recata con la figlioletta presso il Kilimanjaro Christian Medical Center sostenuto dalla CBM. Nella sala d’attesa, Cathleen si è accomodata su una macchinina di plastica ed è partita per un giro. Quando la mamma l’ha chiamata, la piccola ha vagato priva di orientamento, i suoi occhi non le permettevano di distinguere la mamma dalle altre persone.
A Cathleen è stata diagnosticata una cataratta su entrambi gli occhi ed è subito stata operata. Il giorno dopo l’inserimento dei due cristallini artificiali, la piccola ci vedeva già bene. «La vista migliorerà ancora nelle prossime settimane, è possibile che raggiunga il 100 per cento», ha spiegato l’oculista dott. Godfrey Furahini.
Di nuovo a casa, Cathleen osserva tutto affascinata, in particolare il viso della mamma e i giocattoli. «Non ci sono parole per descrivere quanto sono felice», dichiara raggiante Frimina. Le due stanno giocando con le marionette da dito, quando la piccola chiede improvvisamente: «Dove sono le zampe dell’elefante?». La mamma ride. Sua figlia fa molte più domande ora. «Sulla via del rientro ha visto un aereo e chiesto che cos’era. Da quel giorno vuole diventare pilota!»

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